venerdì 25 gennaio 2008

Index filmorum prohibitorum : Recensisti per voi

L' appuntamento di questa edizione del cinema di una certa qualità e particolarità ha per oggetto un film dell' 82 che quando uscì dissero proprio che faceva schifo al cazzo tanto che il regista prima si mise a piangere, poi decise di lasciarsi per sempre il cinema alle spalle e di fare il giovane di elettrauto a 300 euro al mese senza contributi, mentre il suo nome diveniva oggetto di scherno attraverso una popolare filastrocca per bambini scustumati. Tuttavia oggi la carriera di quel maestro della macchina da presa è stata completamente riabilitata da quell' ingiusta stroncatura, grazie all' avvento di Tarantino ed all' impegno della critica di sinistra che ci mette sempre dai 20 ai 25 anni per capire la reale qualità di un film che sembra che è brutto ma se lo guardi più attentamente ti accorgi che in realtà è cult, ed oggi insegna tautologia cinematografica all' Accademia di Los Angeles. Stiamo parlando di Peppe Brescia, già noto al grande pubblico per aver diretto capolavori del genere democristian-pulp, filone poliziottesco, come "Carcerato per invidia", "Il Mannaggiasantissima" e "O deputato 'nnammurato", mentre il film che abbiamo l' onore di presentarvi quest' oggi è :



I fatti ed i personaggi narrati in questo film sono puramente immaginari e frutto del talento visionario del regista, anche se la loro attualità è sorprendente. Don Mario Clemenza (Carmelo Zappulla) è un uomo d' onore, temuto e rispettato, che svolge il proprio lavoro di capo-quartiere nel timore di Dio e nel rispetto della famiglia intesa unicamente come quella che scaturisce dal matrimonio tra uomo e donna e celebrato con rito cattolico. La gente del suo rione lo acclama, definendolo un galantuomo d' altri tempi per il quale una stretta di mano o una telefonata sul telefonino sotto controllo del suocero valgono più di un contratto scritto e che si è sempre battuto, a volte pure a maleparole, per farli operare per direttissima, no come devono fare tutti gli altri che per colpa dei raccomandati devono aspettare mesi o anni, e per assicurare posti di lavoro prestigiosi e a tempo indeterminato come primari di ospedale, ingegneri capo di lavori finanziati dalla regione, oppure, quando proprio non sanno rispondere a nessuna delle domande della commissione, come geometra, a loro ed ai loro figli, anche a quelli che non hanno potuto proseguire gli studi ma che comunque non per questo non hanno diritto ad un avvenire luminoso come tutti gli altri in questi tempi difficili per i giovani d'oggigiorno che non hanno più certezze o fiducia nel domani. Un uomo così benvoluto ed affermato non poteva non suscitare l' invidia della malagente cattiva e bugiarda, che ordisce un vigliacco complotto contro di lui e la sua famiglia. Don Mario Clemenza resiste stoicamente, per il bene del suo popolo, ai più infamanti e codardi attacchi perpetrati dai giudici ai suoi danni, finchè questi gli mettono vigliaccamente agli arresti domiciliari la moglie Rosa (Ria De Simone), all' anagrafe Rosina, cattolica pure praticante, che noi in paese la vediamo sempre a tutte le processioni con i piedi scalzi per terra, laureata a New York col massimo dei voti in storia dello sciampismo e del make up, che ha conosciuto il futuro marito quando aveva 12 anni ed è stato l' unico uomo della sua vita, eccellente cuoca che ha preparato una squisita e rinfrescante merenda per noi giornalisti che siamo andati ad intervistarla. Pur di colpire la luce dei suoi occhi ed unica donna della sua vita, questi nemici della famiglia e della libertà, ricorrendo al gelido ed ostile linguaggio giuridico piuttosto che a quello dei sentimenti, hanno la sfrontatezza di chiamare concussione l' amore commovente di una madre di famiglia verso i suoi figli che "sò sempre piezz' e core e qualsiasi madre farebbe di tutto per vedere sistemati i propri figli, o no?" (Emmanuel Kant), cugini e parenti fino al quarto grado pure della famiglia del marito. Non contenti, gli sfottono anche la mamma (Regina Bianchi) senza motivo, che fino a quel momento nessuno aveva messo le mamme in mezzo, e le fanno pure un pernacchio da sopra al motorino all' uscita della chiesa, facendola svenire per la vergogna. A questo punto Don Mario Clemenza, seppur accecato dalla rabbia, per difendere la propria famiglia è costretto a deporre momentaneamente le armi ed abbandonare la prestigiosa carica di capo-quartiere di cui è investito, recitando un commovente e colto discorso davanti ai suoi colleghi guappi, in cui cita una poesia che crede di Neruda ed invece è di Mario Merola, e, novello Cincinnato, si ritira nel suo feudo insieme a pochi ma fedelissimi uomini d'onore, attendendo il momento della riscossa. La sua vendetta sarà tremenda ed a farne le spese, nella spettacolare resa dei conti finale, saranno anche quelli che lui credeva amici, ma che per vigliaccheria o attaccamento alla poltrona non hanno preso le armi in pugno quando si trattava di combattere i nemici dei valori, della libertà, della patria e dell' onore, in un' escalation di violenza, dimissioni, sputi in faccia, voti di fiducia, maleparole, sindaci di roma che corrono da soli, gesti delle corna e gente che si sente male in aula, che il maestro Tarantino ha definito "un entusiasmante climax catartico che si protende senza alcuno scuorno verso l'apoteosi del pugnettismo realista, a metà strada tra il Peckinpah di Cane di Paglia ed il cinema di Franco e Ciccio" ed a cui si sarebbe ispirato Francis Ford Coppola per la spettacolare sequenza finale de "Il Padrino IV : 'A cumunione", che uscirà in tutte le sale cinematografiche e sedi Giffas soltanto l'anno prossimo, ma che già si è accaparrato ben 7 premi oscar.



Due scene tratte dalla sequenza più coinvolgente ed entusiasmante del film : la resa dei conti finale degli uomini d' onore (interpretati rispettivamente da Antonio Allocca e, nel secondo video, da Leopoldo Mastelloni) contro i nemici della giustizia ed i falsi amici traditori, però fatta sempre nel rispetto dei sacri valori della famiglia e della cristianità.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

illo tempore vidi "Il Mannaggiasantissima", e devo dire che mi colpì talmente tanto che mi misi a piangere con il pesce.

Questo cmq secondo me è ancora + commovente...

Anonimo ha detto...

hauhauahauhauahauhauahauahuahauahauhauahauhauahauhauahauha


che sagoma il mastiello...

Anonimo ha detto...

Da non perdere ma si sa gia qualcosa della parte seconda?

Vix Chinaski ha detto...

E questa è l'Italia... buona visione

dm ha detto...

Ma il regista è parente di Alfonso Brescia, quello di Napoli serenata calibro 9?

Anonimo ha detto...

dice che mo ripubblicano a dvd pure "la camorra spara napoli se caca sott"

:-D

ottimo come sempre scustumato

scustumato ha detto...

Si. E' il marito. Si sono sposati con rito celtico nell'81 a Brescia, nell' Abbazia di San Rocco Buttiglione. Ad officiare il matrimonio è stato l' on. Mario Borghezio vestito da druido, con sandali firmati Roberto Cavalli che scamazzano bandiera tricolore. Le cronache dell'epoca riportano però che il deputato italiano, nonchè membro della Commissione per le libertà civili, gli affari interni e la giustizia al parlamento europeo, teneva la tonaca da druido un poco corta e gli usciva una palla pelosa da sotto (i più informati sostengono si trattasse di quella destra). Dopo il viaggio di nozze a Napoli, i due novelli sposi decisero, dopo l'incontro fatidico con Lucio Montanaro, di trasferirsi proprio nel capoluogo campano, dando vita ad un sodalizio artistico che li vide dirigere insieme film campioni d'incassi come "La camorra spara...'o sindaco se ne fuje", "Dio perdona, Casini no", "Carmela...a 11 anni mi dicesti si e ppò sò arrivat' e gguardie", "Tradimento per dietro" , "Napoli...passeggiata di domenica mattina sul lungomare di Mergellina con taralli e birra Calibro 9" ed il celebre "La camorra spara da dietro...il questore intosta", cui seguì la separazione avvenuta due settimane dopo il matrimonio (durante le quali girarono ben 47 film), in seguito ad una furibonda lite su chi fosse più forte tra Marco Pacione e Giuseppe Volpecina.

Anonimo ha detto...

scustumà perfino nei commenti fai morire dal ridere.

Perrotta ha detto...

Comunque, la sputazzata che si vede nel trailer, secondo me, è stata aggiunta dal regista a computer durante il restailing...
perchè nella prima versione che tengo io in VHS non ci sta!

Tanto di cappella a Tarantino, comunque, che veramente riesce a scovare questi grandi classici del cinema anni 80, che manco il regista si andrebbe a vedere al cinema sotto casa a gratis...
Complimenti anche per A PROVA DI MORTE, l'ultimo suo film...
solo che non ho capito tanto bene la trama: PERCHE' CI STANNO TUTTE STE FEMMENE CHE PARLANO A SCHIOVERE PER TUTTA LA DURATA DEL FILM?

Anonimo ha detto...

Chissà il sequel come sarà...
^_^

Un sorriso zoomato!
Mister X di Comicomix

Giuseppe Mereu ha detto...

GRANDE!!! Approvato e linkato su T H R U S T! Mitico Scustumato, aka The Great Mutanda, aka non mi ricordo! Saluti dalla Sardegna, che è quella cosa che si trova in fondo in fondo al ciclo della raccolta differenziata e non dei rifiuti campani.

scustumato ha detto...

Eh eh...prima che qui si scateni il putiferio, avverto i lettori che il commento del mio amico giuseppe mereu, giornalista ed autore dell' interessantissimo blog Thrust, è volutamente provocatorio, in questo clima di simpatica cordialità tra sardi e napoletani. Vediamo di non farci riconoscere tutti quanti e facciamo gli scustumati solo per ridere.

Giuseppe Mereu ha detto...

Eheheh, mi auguro che nessuno commetta l'errore di prendere sul serio le cazzate che scrivo..

scustumato ha detto...

Tralaltro hai svelato al mondo intero la mia identità segreta di lottatore mascherato giapponese a nemmeno un giorno di distanza dalla sua nascita. Ho fatto la fine di Keiji Mutoh aka il segreto di Pullecenella, ma ti perdono :D

Anonimo ha detto...

Sei un fottuto genio!

Giuseppe Mereu ha detto...

@ scustumato

Colpa tua che ti sei incasinato con gli account quando sei venuto a commentare sul mio blog :-P

diecilire ha detto...

"...mentre il suo nome diveniva oggetto di scherno attraverso una popolare filastrocca per bambini scustumati [...] Stiamo parlando di Peppe Brescia!" hahahahahaha fortissimo!
cmq per i non napoletani forse sarebbe meglio chiarire che la filastrocca in questione è "piacere Peppe Brescia, chesta è 'a mano e chist è 'o pesce" e si portava la mano ad altezza diciamo... inguinale

cmq sempre divertente sto blog, ce saje fa

peppe ha detto...

dieci lire, errata corrige. la filastrocca per i più scostumati recita: piacere, peppe brescia, chesta è a mano e chist'è o pesce, 'cchiù m'o tucc' e chhiù me cresce.

scustumato ha detto...

Questa versione non la sapevo manco io che di scustumatezze me ne intendo, anche se il mio blog, un tempo scustumato veramente, sta diventando ogni giorno di più simile ad un loft milanese, abitato da giovani intellettuali di sinistra che si mangiano i pasticcini sereticci, votano il pd e poi si mettono a correre da soli senza motivo.

Anonimo ha detto...

Sei un DIO!!!!

Anonimo ha detto...

"un entusiasmante climax catartico che si protende senza alcuno scuorno verso l'apoteosi del pugnettismo realista, a metà strada tra il Peckinpah di Cane di Paglia ed il cinema di Franco e Ciccio"

ha ragione Tarantino

Il film fa ridere, ma la realtà è squallida...