lunedì 17 settembre 2007

MYNTHOST

Achille = Achille era il più invincibile dei soldati dell' antica Grecia. Era figlio di Pelè e di Chinaglia, che si conobbero quando giocavano in America nel Cosmos. Da bambino, mentre giocava a pallone con Ulisse, Aiace Telamonio e Rafele 'o biondo, andò a finire dentro al mitologico fiume Sarno e fu salvato da Don Licomede, famoso condottiero della Tracia inferiore, che lo afferrò per il piede destro. Una vecchia indovina di nome Calliope 'a zengara che assistì all' intera scena disse le profetiche parole : Si nunn ha ittat 'o sang mò, 'stu uaglion nun more cchiù" ed infatti le fetenzie che stavano dentro al fiume resero Achille più forte di un semidio e più invincibile di un contrabbandiere di sigarette, solo che oltre alla forza sovrumana gli erano usciti peli dappertutto e ben presto gli amici cominciarono a sfotterlo Pelide Achille. Non accusava il dolore manc si 'o 'ccerevano, pure quando i compagni di scuola gli davano gli scozzettoni fortissimi da dietro con la rincorsa. All'età di 18 anni, considerando che faceva ancora la seconda elementare e che aveva ucciso a mazzate due maestri e cinque bidelli che si volevano prendere la questione su chi era più forte tra Arturo Di Napoli e Stefano Borgonovo, il padre lo fece arruolare nell' esercito, dove cominciò ad appiccicarsi con tutti quanti pure quando non ce n'era motivo. Vinse così battaglie su battaglie e divenne sottufficiale dell'aeronautica militare. Sotto le armi conobbe Patroclo, giovane bello e figlio di aristocratici che se lo faceva chiavare in culo da cani e puorci pure non graduati, e se ne innamorò. Si intalliò talmente che se lo voleva sposare che, per spiegargli che ancora dovevano inventare Zapatero ed i matrimoni gay, stavano per perdere la guerra. Un bel giorno Ettore, il principe dei troiani, dai modi aristocratici e raffinati, si scordò che era principe e chiavò un pacchero da sopra al motorino in faccia a Patroclo, urlando : "Ricchiò, miett't scuorn!!!!" e gli fece uscire il sangue dai denti. Stava per accadere il più grande appiccico della storia della mitologia greca e non. Patroclo si mise a piangere per il dolore e lo scuorno per l' affronto subito davanti all' altare sacro di Apollo scapucchiante e subito corse da Achille. Questi, accecato dall'ira, prima uccise Ettore tirandoci un immane dardo dietro alla noce del collo, poi lo attaccò alla vespa 125 e se lo portò strascinando per tutto il campo dei troiani, davanti alla moglie, il figlio Astianatte (che per lo shock prima divenne muto poi, approfittando del momento di celebrità, si iscrisse alla prima edizione dello Zecchino d' oro, classificandosi settimo con la canzone Papà rossonero, e divenne ospite fisso della trasmissione La bìos in diretta) ed il padre Priamo che si mise a piangere a sua volta e a dire che queste schifezze non le aveva mai viste di fare nemmeno in guerra. Ebbe un feroce alterco con il re Agamennone, che si era mangiato il panino col prosciutto crudo ed il provolone piccante che si era portato Achille da casa, e per questo non voleva combattere più, lasciando l'esercito greco in balia del nemico. Poi si guardò nello specchio, vide che stava facendo 'na maronn e panza e che in fondo pure si sfasteriava e si gettò un' altra volta a capofitto e a cap'e cazzo nella battaglia. Solo che, poichè era il giorno di Ferragosto e faceva 'nu maronn 'e caldo, Achille aveva pensato di scendere in battaglia con i sandali aperti e, non vedendo una cacata di daino greco per terra, ci andò a finire col piede destro sopra, prese una malattia che gli faceva uscire il sangue dal naso e morì anche lui. Alla sua morte lasciò Patroclo incinto di un bambino che fu chiamato Neottolemo, giusto per lo sfizio di farlo sfottere una volta raggiunta l' età scolara, e che un giorno senza motivo andò a Troia e menò Astianatte dal quinto piano di un palazzo senza ascensore, mentre la vedova di Ettore, la principessa Andromaca, urlava : "Ma nunn abbastav' chillu ricchion 'e pat't? Mò pure tu vien a scassà 'o cazz? Ma allora ce l'avit proprio c'a famiglia nostra? " e fece correre i carabinieri e la signora del piano di sopra che lasciò il ragù sul fuoco, come ci tramanda Omero.


Achille mentre uccide una lacerta, bassorilievo (Miliscola, Lido Guerra 'e Troia).

12 commenti:

Anonimo ha detto...

la scena della vespa è memorabile..

Anonimo ha detto...

RINAO
ahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahhaahaha..il timore che l'estate e le peripezie connesse ce lo avessero arrugginito svaniscono di fronte a questa descrizione di pura genialità...

Anonimo ha detto...

oauhaeuoaeuoheauohaeoueahouaehuoaehaeuohaeuohaeuoheauohaeouhaeuohaeuoaehuaehoueahaeuoheuaheauheauhaeuhaeuehaueahaeuehauehauaehheaeaueha.
Marcello

Anonimo ha detto...

Non ho parole... E pensare che conoscevo la storia in una versione un tantino "diversa"... ma da oggi credo di aver conosciuto la VERA storia di Achille...

Anonimo ha detto...

alla fine neottolemo tempo una settimana se ne ascette con l'indulto e diventò cammorrista

p.s.
grazie,mo ti linko

Anonimo ha detto...

Aggiornalo più spesso sto blog

Anonimo ha detto...

scustumà, e tutti voi che leggete il sito, andate a dare un'occhiata su amlo.blog.excite.it, in cui si comunica che marziano si è cacato il cazzo e non vuole che la sua opera rimanga in circolazione sulla rete. mo so cazzi acidi per noi...

Anonimo ha detto...

Peccato!

Anonimo ha detto...

Secondo il mio modesto parere Marziano è sopravvalutato, dopo 5 minuti mi annoia. Ritengo che tu faccia molto più ridere e con più consapevolezza culturale e intelligenza, anzi quando imiti Marziano non fai ridere, quando vieni fuori tu sei molto meglio.
I tuoi racconti sono molto meglio, quelli di Marziano invece sembrano scritti da un ignorante di paese.
E' il mio parere e volevo dirtelo. Ciao.

Anonimo ha detto...

tanto lo sappiamo tutti che marziano ha deciso ormai di comunicare solo su questo blog :-P

Perrotta ha detto...

Caro Scustumato, la Mitologia è proprio il tuo campo...
la fatica lasciala agli altri!
:)

scustumato ha detto...

Anonimo, ti ringrazio per il parere lusinghiero, ma personalmente non trovo che Marziano sia sopravvalutato. Tutt'altro. Se non fosse stato per il suo esempio, probabilmente non mi sarei mai deciso a buttar giù due righe e, seppure lo avessi fatto, il risultato sarebbe stata una scialba parodia dal sapore tonitammaresco. Marziano riesce a simulare un linguaggio così incolto proprio grazie alla sua vastissima cultura ed alla sua abilità nello scomporre le più elementare forme dialettiche sia dal punto di vista della grammatica che della semantica. Il risultato è caustico, cinico, da risa sguaiate e morte nel cuore. Non smetterò mai di amare Marziano per le cose che ho capito leggendo i suoi scritti e sono consapevole del fatto che non riuscirò mai a raggiungere il suo livello di innovatività. Mi accontento di scrivere poche stupidaggini per far ridere i miei lettori abituali. Marziano E' (uso il presente perchè io ci credo ancora che tornerà) n'ata cosa ed ogni paragone è almeno ingrato se non immotivato.